4 giugno 2012

La scoperta del Fattore C


- Ma come, veramente non sai nulla del Fattore C? - mi fa un amico collega l'altro ieri.
- No. Che cos'é? -
- Aaah, adesso capisco il porkfolio e tutte le menate che ti fai ancora...-

E dopo questo bell'incipit, l'amico collega ha iniziato a spiegare al basito sottoscritto la faccenda di questo Fattore C, ovvero il frutto di uno studio segreto commissionato più di dieci anni fa dalle agenzie di pubblicità italiane, i cui sorprendenti risultati hanno condizionato e condizionano la comunicazione nostrana.
Per farla breve: contrariamente a quanto si era sempre pensato, più la pubblicità di un prodotto appare stupida e irritante e più funziona a livello inconscio. Per un meccanismo ancora oggetto di studio, a quanto pare in grado di prendere per il culo un preciso target di cellule cerebrali, la stessa persona che oggi strizza infastidita il telecomando per cambiare canale borbottando - ma mi prendi per pirla? - il giorno dopo ha buone probabilità di ritrovarsi nel carrello della spesa proprio il prodotto in questione. 

Dire che mi sono sentito un coglione (a proposito, la C del fattore è quella) non spiega bene: era ed è tutto perfettamente voluto e calcolato. 
Tutto, a cominciare da questo pacchetto di spot (regia dell'impareggiabile maestro dell'umorismo pubblicitario Luca MInieroper i prodotti Misura, che sicuramente stanno vendendo moltissimo. Anzi, di più.










1 giugno 2012

Cold case

Il crimine risale all'incirca a due anni fa. Ma non per questo va dimenticato, anche perché in questi giorni ha avuto la sfacciataggine di mostrarsi nuovamente in tv. Gli autori dell'efferato spot, uno di un'agghiacciante serie di tre, sono ancora a piede libero e probabilmente agiscono ancora all'interno dell'organizzazione chiamata "Made in Italy", che opera a Roma. Non ci resta che sperare che a seguito di questa segnalazione si intensifichino gli sforzi per assicurarli alla giustizia.