28 luglio 2011

A proposito di desideri espressi

Anche se per convenzione è alla mezzanotte del 31 dicembre che stappiamo lo spumante e facciamo partire i botti, sappiamo tutti perfettamente che l'anno nuovo, non soltanto scolasticamente inteso, comincia a settembre, al ritorno dalle vacanze. 
Ed è sotto un ombrellone o dovunque si tenti di dedicarsi finalmente un po' a se stessi, e non a dicembre, che prendono vita le buone intenzioni per il futuro.

Io gioco d'anticipo, e mi permetto di esprimere ora, alla vigilia delle mie vacanze e al momento dell'arrivederci a settembre, un mio desiderio.

Quello di vedere un bel giorno l'avverarsi di un magico quanto inspiegabile fenomeno fisico a carico di chi non sa vedere altra strada che non sia quella della fica per risolvere un messaggio pubblicitario. Un meccanismo preciso, implacabile, irreversibile, che prevede per ogni passo in quella direzione un'immediata e consistente riduzione del volume complessivo del pisello per i maschi e un generoso accumulo di cellulite sui deretani delle femmine coinvolte.

Un desiderio come un altro, all'insegna del classico sperare in tempi migliori.

Buone vacanze a tutti. 


21 luglio 2011

Vive la difference

È scientificamente provato che la gran parte dei clienti pensa che la pubblicità sia quella cosa che potrebbero farsi egregiamente da soli, se solo il loro tempo non fosse già impegnato da faccende ben più importanti. 
Infatti raramente resistono alla tentazione di buttarti lì le loro geniali idee, i loro claim, i loro pay off, cortesemente travestiti da semplici input, ogni qualvolta se ne presenti l'occasione.

Immaginiamo quindi la gioia che ha colto un intero reparto marketing davanti alla possibilità di realizzare un sogno neanche tanto nascosto.
Vale la pena di citare testualmente Spot&Web

"La nuova alternativa alle bibite estive, è stata oggetto di uno spot singolare, girato dal team marketing italiano, di Davide Campari – Milano, che ha saputo interpretare con allegria e brio il motto di Mojito Soda: free you fun.
Chi copy, chi regista, chi sceneggiatore, chi coreografo, chi attore: tutto il gruppo marketing, con l’aiuto di qualche esperto, si è adoperato per realizzare un film destinato alla rete. Un’esperienza divertente e coinvolgente con risultati davvero inaspettati!"

Più che inaspettati, i risultati di questo simpatico cimento de "L'ora del dilettante" sono più che confortanti, addirittura tonificanti per chi di mestiere fa questo e basta. Per quanto capaci di produrre, all'occorrenza, porcate straordinariamente disgustose, i professionisti non possono che ringraziare per aver reso tangibile quella differenza che ancora giustifica, almeno in parte, la loro esistenza. 

14 luglio 2011

Il gusto della scorza parla chiaro

Ogni essere dotato di un minimo d'intelletto e del senso del gusto, dopo aver mangiato la sua prima fetta d'anguria, mette a frutto l'esperienza e fa tesoro di un dato importante: la bontà della fetta d'anguria decresce di pari passo col diminuire dell'intensità del rosso. Più il colore si fa pallido, meno zuccherina è la polpa. Terminata questa, comincia il verdolino della scorza, che notoriamente fa schifo. Generalmente tutti si adeguano a questa realtà, per scomoda che sia, ma ci sono sempre delle eccezioni. 

Le stimate ditte Simmenthal e James Walter Thompson, ad esempio, non si vogliono proprio rassegnare, e insistono a raschiare con i denti l'immangiabile, sperando di convincersi e convincerci che ci sia ancora del buono, che la fetta d'anguria dei giochi con la parola Simmenthal non sia finita tante estati fa.

Era succosa, e ce la siamo gustata tutti con piacere, prima insieme a Walter Chiari con il suo  Simmenthalmente buona e poi con il bimbo anagrammista della Tinsemmhal, ma è finita, finita come prima o poi finiscono tutte le cose, a cominciare da noi stessi. Bisogna farsene una ragione.

Niente da fare, ci vogliono riprovare a tutti i costi. E per fare le cose in grande, si affidano addirittura al regista supercampione d'incassi Luca Miniero.
Eppure, malgrado il magico tocco di uno dei più grandi maestri viventi del cinema italiano, la scorza è scorza, e il suo gusto parla chiaro: fa sempre schifo.