7 settembre 2010

Ritorno al mono origine



Una volta, nel mercato del caffè italiano, c'erano solo le miscele. Un po' di questo, po' di quello e un po' di quell'altro, per trovare il cosiddetto gusto equilibrato che piace un po' a tutti . Da qualche anno, sono comparsi i caffè mono origine, altresì detti puri, composti al cento per cento da un solo tipo di specie, per il cento per cento di quel gusto. Roba da palati raffinati.

Non so se l'accoppiata d'eccellenza Tim - Leo Burnett abbia tratto ispirazione dalle tendenze del mercato del caffè, fatto sta che ha deciso di sorprenderci con un ritorno in grande stile della pubblicità mono origine, quella che ha fatto la storia dei calendari dei gommisti, quella composta al cento per cento da pura sgnacchera, senza altri ingredienti aggiunti.

La forza dell'idea creativa sta infatti nell'aver voluto rinunciare completamente, senza ipocrisie di sorta, senza le pastoie di un'idea, si direbbe con orgoglio, a tutto quanto non trovi un'immediata eco nei corpi cavernosi del target, con buona pace dei genitori del Moige.

 

Questo straordinario esempio di cinema pubblicitario trova nella famosa isolana Belén Rodriguez un'interprete semplicemente perfetta, capace di calarsi così a fondo nel difficilissimo ruolo dell'escort bisognosa d'affetto da creare nello spettatore l'illusione di trovarsi realmente davanti a un'escort bisognosa d'affetto. Nulla, nei suoi trenta secondi d'intensa recitazione, viene lasciato al caso: dal sinuoso sollevarsi dal lettino all'incedere felino con lo slip rimboccato tra le chiappe, dalla languida rinfrescata a bordo piscina alla drammatica immersione suicida, tutto concorre alla costruzione di una tensione erotica di rara grandezza, possibile solo quando alle spalle c'è davvero il mestiere.

Sarebbe però ingiusto trascurare i meriti della colonna sonora, che contribuisce non poco alla perfezione di questo piccolo (ma sia chiaro, soltanto in termini di durata) capolavoro.
La raffinatezza della melodia accompagna lo scorrere delle straordinarie immagini con squisito garbo, ma sono forse le parole, con la loro profondità, a toccarci di dentro:

"Rah, rah, ah ah ah,
Roma, roma, ma,
Gaga, ooh la la!"

Roba da palati raffinati, come s'è detto.

1 commento:

  1. sono confuso... pensavo che gli spot degli operatori telefonici fossero inserzioni obbligatorie come gli avvisi d'asta o i bandi di concorsi pubblici. ma sono vere e proprie pubblicità?
    però ho una certezza: la musica fa gagare.

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